Pietro Gandolfi si alimenta di orrori, poi li digerisce fino a espellerli ricoperti da una patina di puro disagio. C’è chi continua a paragonare il suo lavoro a quello di Stephen King, anche se lui è ancora dell’idea di ispirarsi più a Clive Barker e Richard Laymon. In fin dei conti non gli importa, almeno fino a quando non verrà paragonato a Federico Moccia.
Ha pubblicato l’antologia personale Dead of Night, i romanzi La ragazza di Greenville, William Killed the Radio Star e Clayton Creed e il romanzo breve Avventura alla stazione di servizio; suoi racconti compaiono in Il paese dell’oscurità, Urban Italian Legend Volume II, Poker d’orrore, Un assaggio di Dunwich (distribuito anche in inglese), Splatter e Malombre.
Ha anche pubblicato in proprio la raccolta di tre racconti Bloodbath.
Il suo primo fumetto, The Noise, può vantare fra le altre le matite di Nicola Genzianella (Dampyr) e la sua costola, l’antologico Bloodbath che vede fra gli altri il ritorno di Luca Panciroli (Erinni) al tavolo da disegno.
Suo è il terzo capitolo del ciclo Cthulhu Apocalypse, con la novella Ben & Howard, inoltre entra a far parte della collana Grindhouse (che vede ogni volta due autori affiancati) con il suo Devil Inside e pubblica il romanzo breve Who’s Dead Girl?
Da poco è tornato disponibile il primo romanzo La ragazza di Greenville in una versione riveduta e corretta e contenente anche il racconto inedito Angie.
Per lui l’orrore non ha frontiere, è sufficiente che si dimostri abbastanza viscerale e diretto da tenere alto l’interesse del suo pubblico. Senza filtri, senza censure. Perché l’orrore è tutto attorno a noi, basta avere il coraggio di non voltare la testa dall’altra parte.
Se volete saperne di più su “the noise” leggete questo articolo dell’anno scorso!
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