Intervista a Federico Vicentini

copertina-vicentini
Ciao Federico, di seguito alcune domande che mi aiuteranno a capire meglio chi sei e come affronti ogni giorno il tuo lavoro.

Parto con una domanda non facile, soprattutto per chi ha scelto di far coincidere la propria passione con il proprio lavoro: qual è stata la causa scatenante che ti ha fatto fare la scelta di fare fumetti? Mi spiego meglio. Sicuramente tu sei un lettore di fumetti, ma ad un certo punto è successo qualcosa che ti ha fatto cambiare prospettiva ed il tuo amore per le storie e/o i disegni si è trasformata in voglia di crearne, raccontaci quel momento.

Ti rispondo con la più banale delle risposte: non c’è stato un momento particolare. Ho da sempre voluto far fumetti sin da quando ho memoria, però ti posso dire i fumetti che mi hanno fatto diventare come sono ora e il mio percorso istruttivo.
Dunque, il mio primissimo fumetto è stato, come per la maggior parte delle persone, Topolino passando poi molto presto al fumetto che mi ha più condizionato ovvero Dylan Dog! Grazie a quel fumetto credo di aver pensato per la prima volta che avrei potuto farcela a fare il mestiere del disegnatore. Altro fumetto che mi sta a cuore e che ho seguito fino alla fine della saga è stato Ultimate Spider-man. Tre fumetti di genere completamente diversi tra loro, ed è per questo immagino che mi trovo a mio agio a disegnare sia in stile realistico ( ci provo almeno ) che in cartoon.
Per quanto riguarda la mia formazione, come ti dicevo prima, ho sempre voluto fare fumetti ed è questo che mi ha portato a frequentare il liceo artistico e successivamente la scuola internazionale di Comics di Padova. Quest’ultima mi ha ovviamente aperto un mondo e grazie ai grandissimi professori della scuola ho avuto anche i miei primi ingaggi.

dyd 72
JD 72

Come ogni disegnatore, hai i tuoi “mostri sacri”: raccontaci chi sono i tuoi punti di riferimento. Immagino che la lista sia lunga, ed è ovvio che un appassionato lettore come te può trovare difficoltà ad erigere una lista, ma non è quello che vorrei, mi piacerebbe conoscere l’autore o gli autori che ad un certo punto ti sono risultati indispensabili per comprendere il tuo modo di interpretare il modo in cui tu fai il fumetto.

La lista sarebbe lunga ma parlerei di disegnatori che ancora mi ispirano: Davide Gianfelice, Sean Murphy, il terzo posto è spesso a rotazione dipende dal periodo a volte è Mike Mignola, altre volte Humberto Ramos, Luca Rossi. Questi autori mi hanno ispirato e continuano a farlo.

Una domanda bella per me che ti conosco personalmente, io so che sei un appasionato di cinema d’avventura (Indy su tutti) e sei anche un appassionato videogiocatore, come me del resto. Quindi è con molto piacere che ti chiedo che influenza hanno il cinema ed i videogiochi nel tuo modo di pensare le tavole? Poi una domanda più legata allo stato attuale del fumetto, qual è l’impatto di questi media, in particolar modo i videogiochi, nel fumetto? E nel fumetto made in Italy?

indy
nate colore 72

Quando vidi Indiana Jones la prima volta (molto tempo fa) avrei voluto fare l’archeologo per vivere in prima persona le avventure piene di sparatorie e di mistero miste all’epica che c’era nei film!. Mi pare innegabile che nel mio modo di vedere le storie di avventura Indy sia importantissimo, come anche alcuni videogame Uncharted© su tutti, hanno avuto in me lo stesso effetto, segno che le storie d’avventura nella fattispecie dell’avventura mitologica e misteriosa è quello che amo di più, e forse è quello che vorrei replicare nei miei disegni. Credo che l’importanza di questo medium per il fumetto sia paragonabile all’importanza di altri media come serie tv o film. Infatti lo studio della messa in scena le inquadrature sono sempre per struttura simili a quella del fumetto  quindi è impossibile dire se sia più seminale l’uno o l’altro media tant’è vero che oggi più che mai vediamo che i vari media si compenetrano fino a diventare parte integrante l’uno dell’altro. L’esempio che ora mi viene in mente è The Walking Dead prima fumetto, poi serie tv e ancora videogioco, il tutto facente parte di un filone ormai assurto a genere come quello degli zombi.

Ora passiamo ad un altro media la musica. Ascolti musica quando disegni? oppure prediligi il silenzio. Se ascolti la musica ti serve per fare uno sottofondo di ambiente oppure ti rende più concentrato.
Il tuo genere preferito? il tuo autore/i preferiti?

Il 90% delle volte quando disegno ascolto musica! Capita che mentre lavoro con un certo tipo di musica il disegno appaia più bello di quello che è, specialmente se si tratta di una colonna sonora di qualche film. Di solito quelle di John Williams o di Hans Zimmer, forse di più il primo perché per chi ancora non l’avesse capito è il compositore delle musiche di Indiana Jones! ( Si, lo so che sei stufo di sentirmi dire quel nome..lo sono tutti credimi). Mi piacciono musiche “epiche” che appunto mi diano l’idea di stare facendo un’opera d’arte unica, poi quando la musica finisce beh… Oltre a queste ascolto vari gruppi e cantanti che a scriverli tutti ci metterei una vita, te ne cito solo alcuni: AC\DC, Gensis, Elvis, Boston ecc ecc…

Io sono un lettore Bonelli da molto tempo e da molto tempo sono stato abituato (soprattutto da scrittori come Sclavi) a cercare le citazioni all’interno del fumetto. Vedi di buon occhio l’inserimento di citazioni/omaggi all’interno di un tuo fumetto oppure inquinano solo il mondo che stai creando distogliendo l’attenzione sul mondo da te creato?

Per quanto mi riguarda le citazioni sono fondamentali ma per come la vedo io vanno dosate e senza mai esagerare evitando di contaminare l’opera e farla risultare troppo uguale all’opera di riferimento. Le citazioni sono come dei collegamenti con mondi diversi possono arricchire l’opera che si sta leggendo/creando ma anche snaturata. In riferimento al discorso precedentemente fatto sui vari media e la loro presenza all’interno dei fumetti mi viene in mente il valore della saga Indiana Jones nel mondo di Uncharted, la forza di Uncharted sta nell’aver creato una propria mitologia ed una propria storia pur partendo da un canovaccio simile a quella della saga dell’archeologo più famoso al mondo. Nel mondo del fumetto le citazioni servono anche per contestualizzare la storia magari in una particolare epoca storica in questo le citazioni sono molto efficaci, in Lukas, (fumetto della Sergio Bonelli Editore) per esempio si è scelto di non usare citazione al mondo del lettore proprio per non dare riferimenti storici o di luogo, questo rende i luoghi nel fumetto inediti e da scoprire.

Raccontaci il rapporto di lavoro con Federico Memola il creatore di Jonathan Steele; come è stato lavorare con un professionista di questo calibro e quali sono state le difficoltà di lavorare su di un albo come quello?.

Disegnare due personaggi così importanti come Desdemona Metus e Jonathan Steele è stata una bella impresa! avevo molto timore nel disegnarli, poiché sia Desdy sia Jonathan avevano un loro percorso e un loro carattere ad ogni tavola ero preso dall’ansia e facevo vedere i lavori sia a Di Bernardo sia a Memola.  
La mia principale difficoltà è stata rispettare i personaggi con i loro rispettivi caratteri all’interno della storia che stavo disegnando, mano a mano che li disegnavo vedevo cambiare i loro volti e loro espressioni e anche in quel caso non avevo la sicurezza del risultato finale.
Sono contento de lavoro prodotto ma ovviamente l’ultima parola spetta ai lettori!

Per saperne di più su Federico visitate la sua pagina all’interno del sito Federico Vicentini

© 2016 RovigoComics | Web design Andrea Moretto Grafica Sara Michieli Foto: Diego Gardina

Tutti i marchi, loghi e personaggi riportati nel sito appartengono ai legittimi proprietari.