Un concorso da incubo!

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“INKubo” potrebbe sembrare una trascrizione un po’ modaiola della parola “incubo”, ma se avete osservato bene il logo che abbiamo creato, avrete già capito che si fa riferimento all’inchiostro. Questo liquido nerastro, quasi magico, è da sempre associato al fumetto e, più in generale, alla scrittura.
Dobbiamo tutto all’inchiostro. L’idea che un liquido che “sporca” una superficie possa fissare i nostri pensieri, facendoli viaggiare nel tempo e nello spazio, è semplicemente straordinaria.

La paura fa parte della nostra condizione umana e la fragilità del nostro corpo ci insegna che la vita è preziosa, ma purtroppo breve. La sconfitta dei limiti temporali della nostra esistenza è stata possibile proprio grazie all’inchiostro.

L’inchiostro è quindi vita, e simbolicamente il fumettista sintetizza questo concetto nel dare vita ai suoi personaggi proprio attraverso l’inchiostro. Quello che racconta non è la vita vera, almeno non nella maggior parte dei casi, ma una vita possibile, anzi infinite vite possibili. Leggendo il fumetto ognuno di noi vive queste vite e prolunga di fatto la propria.

Possiamo dire quindi che l’inchiostro è il sangue che scorre nelle vene dei personaggi dei fumetti. Del resto il sangue ha una consistenza simile all’inchiostro e in casi estremi è stato usato al posto di esso, quando la necessità di comunicare era più importante della vita stessa.

Grazie ai fumetti possiamo vivere delle vite parallele, più avventurose, più intense e più sorprendenti. A volte, invece, è il nostro subconscio a catapultarci in una realtà immaginaria: questo avviene attraverso i sogni. E quando la paura entra nei nostri sogni essi si trasformano in incubi.
Un modo efficace per affrontare i propri incubi è proprio quello di fissarli sulla carta, di trasformarli in storie, affinché siano imprigionati tra i contorni netti di una pagina o di una vignetta, e possano essere condivisi. Quando creiamo una storia la immaginiamo letta da persone diverse ed è proprio questo cambiare continuamente prospettiva che ci permette di capire meglio quello che stiamo raccontando.
Anche un incubo, una volta passato attraverso il processo creativo, può trasformarsi in un prodotto di intrattenimento.
Spesso la letteratura dell’orrore è considerata un genere di serie B, forse perché fa leva su sentimenti molto istintivi: la paura, l’ansia, lo spavento. Ma è altresì innegabile che quando una storia dell’orrore riesce a penetrare nella nostra psiche, scardinando le certezze che permettono di percepire la realtà per come la conosciamo e facendo emergere in questo modo le nostre paure più segrete, allora ci troviamo di fronte a dei veri capolavori.

Cosa aspettate quindi? (Non) abbiate paura! Andate a dormire e domani create il vostro più bel fumetto. Così bello da far spavento! 😉

Non dimenticate che la scadenza per la consegna delle opere è il 6 maggio!

Per partecipare al concorso e leggere il regolamento vai a questo link

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Disegno di Cristiano Baretta

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